Buongiorno!
Quanti di voi, che hanno avuto la fortuna di viaggiare, durante le vacanze si sono imbattuti in qualche esemplare di Oleandro, la “bellezza mediterranea” di cui parleremo oggi?
Probabilmente in tanti, perché l’oleandro (nome scientifico Nerium oleander) è tra le piante più coltivate, tanto al Sud come al Nord, per formare barriere e siepi nelle zone litoranee e non, vista la sua buona resistenza sia al vento che alla salsedine.
Facile da coltivare, nelle zone temperate l’oleandro può essere piantato in piena terra, mentre al Nord si preferisce in vaso: in questo caso assicuratevi che quest’ultimo sia abbastanza profondo da permettere alle radici di svilupparsi senza impedimenti e fate in modo di cambiarlo ogni due anni.
Evitate sia i ristagni di acqua, sia che le radici si secchino, per quanto l’oleandro sia una pianta che tollera meglio la scarsità d’acqua piuttosto che l’eccesso.
Nel periodo invernale, con l’abbassamento delle temperature, è bene spostare il vaso in una zona riparata, perché la pianta potrebbe essere danneggiata già in prossimità dello zero termico.
Scegliamo quindi sempre una esposizione in pieno sole, con irrigazioni un poco più frequenti in estate e ridotte in inverno, soprattutto nelle regioni settentrionali.
I fiori dell’oleandro variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, e sbocciano dall'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato; per favorire la fioritura utilizzate concimi granulari, da somministrare in primavera ed in prossimità della fioritura, sino alla fine dell’estate.
Ricordate inoltre che l’Oleandro necessita di una periodica potatura e spesso è proprio un taglio energico dopo la fioritura che permette di ottenere esemplari più sani e compatti. Tutte le parti della pianta, dalla radice ai frutti, sono velenose: attenzione quindi a lavarsi accuratamente le mani dopo un contatto diretto e prolungato con la vostra pianta.
MALATTIE E PARASSITI
Tra gli insetti particolarmente attivi e dannosi in questo periodo segnaliamo le cimici.
Spesso ospiti indesiderati in casa nostra, le cimici sono insetti di dimensioni variabili (gli adulti raggiungono in media la lunghezza di 10-15 mm) di colore verde, marrone, ma anche nero.
Questi insetti sono caratterizzati da ghiandole “repugnatorie” attraverso le quali emettono un liquido odoroso repellente, se schiacciati o molestati.
Le specie più diffuse sono: Raphigaster nebulosa poda (cimice grigiastra), Palomena prasina (cimice verde) e Nezara viridula (cimice verdastra).
Sono insetti fitofagi (si nutrono di vegetali) che possono portare rapidamente alla morte delle piante.
Il danno che si manifesta causato dalle punture di suzione: in corrispondenza delle punture si notano sulle foglie delle necrosi localizzate, che possono portare a successivi disseccamenti, mentre sui frutti le punture provocano delle punteggiature clorotiche.
Sempre attraverso le punture di suzione, le cimici possono trasmettere alcune malattie come la batteriosi. Le piante maggiormente colpite sono il pomodoro e molte altre ortive, colture erbacee, arbustive ed arboree, piante ornamentali.
Gli esemplari adulti si raccolgono in genere su muri esterni, infissi, zanzariere, ma appunto spesso penetrano anche all'interno delle abitazioni.
Il picco delle infestazioni si concentra di solito tra giugno, luglio, agosto e in misura minore tra settembre e ottobre.
Contro le cimici utilizziamo insetticidi a base di piretro o piretroidi.