La fragola di bosco (Fragaria vesca) è una specie non-rifiorente, che cresce spontanea nei boschi di collina e montagna.
Famiglia delle Rosaceae.
La Fragaria vesca è una specie originaria dell'Europa, dell'Asia occidentale e dell'America settentrionale.
Pianta ubiquitaria presente in tutte le regioni d'Italia, cresce sia in pianura che in montagna.
La fragolina di bosco è all'origine di tutte le varie specie di fragole che troviamo sulle nostre tavole.
Il nome fragola deriva dal latino "fragrant", cioè fragrante, per la sensazione gustativa che ci ricorda il frutto.
"Vescus" denota ciò che è molle (il "frutto").
Pianta erbacea perenne molto rustica - alta fino a 20 - 30 cm - che in primavera e in estate produce dei piccoli fiori a cinque petali di colore bianco e sempre nello stesso periodo produce dei piccoli frutti rossi (in realtà dei falsi frutti) punteggiati da "semini" (acheni).
Le fragoline vanno consumate appena raccolte con limone e zucchero, sono ottime da aggiungere nello yogurt, al latte coi cereali o combinate in macedonia con altri frutti di bosco.
Le fragoline sono ottime anche per insaporire piatti di carne.
Curiosità: in botanica la fragola viene classificata un falso frutto.
Questo perché la parte carnosa che consumiamo è in realtà il ricettacolo fiorale ingrossato mentre i veri frutti sono quelli che chiamiamo semini, posti sulla superficie.
Esposizione: la fragola di bosco predilige l'ombra; la collocazione ideale è un'aiuola sotto gli alberi
Coltivazione: particolarmente adatta alla coltivazione in contenitore. Si tratta di una specie che non teme il freddo; inverni particolarmente rigidi possono disseccare completamente la parte aerea della pianta, che si svilupperà comunque la primavera successiva
Messa a dimora: i rizomi di fragola producono numerosissimi stoloni striscianti che daranno origine a delle nuove piante; queste piante si possono staccare dalla pianta madre e coltivare come piante singole. In tarda estate dai frutti precedentemente essiccati si possono estrarre i semi. La semina si effettua in autunno in un cassone freddo
Irrigazione: mantenere il terreno sempre umido - senza eccedere nelle innaffiature - in questo modo la pianta si propagherà da sola
Raccolta: da aprile/maggio fino a settembre.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.