L'Oleandro (Nerium oleander) è un sempreverde, appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, molto diffuso in Italia, coltivabile a cespuglio o ad alberello. L'area di origine è il mediterraneo occidentale e il Portogallo; è l'unico rappresentante europeo della sua famiglia botanica, visto che gli altri componenti sono per lo più specie tropicali. E' spontaneo lungo i corsi d'acqua della fascia litoranea del suo areale; difatti l'etimo del nome stesso del genere (Nerium) deriva dal greco "Nerus", nome di una divinità del mare. Ha foglie lanceolate di consistenza coriacea e fiori che variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, e che sbocciano dall'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato.
Il frutto è una capsula sub-cilindrica composta da due follicoli (una specie di sacco) ed al cui interno si trovano semi dotati di pappo (ciuffo di peli) rossastro. Tutte le parti della pianta, dalla radice ai frutti, sono velenose. Nei climi miti può essere coltivato in piena terra mentre al nord è coltivabile solo in vasi da riparare in inverno. Infatti l'oleandro viene danneggiato già da temperature prossime allo zero termico, e non sopravvive se queste scendono fra -5°C e -10°C. L'oleandro per le sue doti di resistenza a molteplici condizioni ambientali avverse è di facile coltivazione; sovente viene utilizzato per formare barriere o siepi. Altra specie coltivata è il Nerium odorum, con fiori rosa profumati.
Esposizione: l'oleandro gradisce una esposizione a pieno sole ma può tollerare condizioni di ombra moderata Terreno: si adatta bene su ogni tipo di terreno anche il più sassoso; predilige comunque un pH neutro o subacido (valori di pH da 6.0.a 7.5)
Coltivazione: facile da coltivare; è una pianta molto vigorosa da contenere con una potatura altrettanto vigorosa. Se coltivato in vaso è buona norma cambiare il vaso ogni due anni
Messa a dimora: si moltiplica per seme, per talee e margotta durante il periodo estivo
Irrigazione: richiede molta acqua in estate; durante il periodo invernale ridurre le annaffiature - soprattutto nelle regioni settentrionali.
Di diverse forme e colori si proteggono con delle cere formando ammassi appiccicosi. Sui loro escrementi zuccherini si formano successivamente delle muffe nerastre (fumaggini). Le infestazioni interessano il fusto e le ramificazioni. In caso di forte attacco la cocciniglia forma incrostazioni sulle parti legnose provocando deperimenti vegetativi e, nei casi più gravi, il disseccamento di parti o dell’intera pianta.