Lo scalogno (Allium Ascalonicum) è una pianta erbacea a bulbo della famiglia delle Liliaceae; ha un sapore simile alla cipolla, ma molto più delicato e aromatico.
Lo scalogno è un po' più piccolo della cipolla, nel complesso ha però un aspetto simile, non solo nei bulbi ma anche nel fusto. Lo scalogno è formato da un cespo di piccoli bulbi di forma allungata. Si ritiene che questa pianta sia originaria di Ascalon (Ascalone, Castello di Giudea), città dell'antica Palestina da cui la pianta pare tragga anche il proprio nome scientifico (Allium Ascalonicum).
Le varietà maggiormente diffuse sui nostri mercati sono quelle francesi, solitamente più grande e dolce, e lo scalogno di Romagna IGP, prodotto in alcune province di Forlì, Ravenna e Bologna. Presenta la forma di un fiaschetto allungato, con lunghe radici, buccia color bruno dorato; il bulbo si presenta con sfumature rosa-violacee, dal sapore pungente ma più aromatico rispetto alla cipolla e più delicato dell'aglio. Le diverse varietà di scalogno si differenziano principalmente per forma (sferica, rotondeggiante ed allungata) e colore (rosso, rosso-bruno, giallo, grigio e bianco). Gli scalogni sono ottimi in padella, stufati, cotti con olio e brodo vegetale, ma anche in agrodolce. Sono inoltre una perfetta base per i soffritti. Gli scalogni per il loro sapore più deciso della cipolla, ma meno intenso dell'aglio, trovano impiego nella cucina più attenta ai gusti raffinati. Adatti per la preparazione di salse fini come la Bordolese, la Bernese e la salsa al vino rosso o al burro bianco. Ottimo nelle insalate, accompagna la carne e il pesce cotto alla griglia.
Coltivazione: è una pianta resistente e facile da coltivare che non richiede cure particolari per crescere bene
Messa a dimora: lo scalogno non fa fiori per cui la propagazione si può avere solo ripiantando i bulbi. I bulbilli si mettono a dimora a fine autunno per il raccolto primaverile, destinato prevalentemente al consumo fresco o fine inverno ma solo se gli inverni non sono troppo rigidi. Lo scalogno va conservato in un ambiente fresco, asciutto e ben ventilato. Si consiglia una lunga rotazione, almeno 3-4 anni prima di ripiantare lo scalogno nella stessa porzione di terreno
Irrigazione: moderata in modo da evitare ristagni idrici e l'insorgenza di marciumi.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.