Non ti scordar di me o Miosotide (Myosotis sylvatica) è una pianta erbacea perenne originaria dell'Europa, del nord America e della Nuova Zelanda. Famiglia delle Boraginaceae. Il nome scientifico Myosotis deriva dal greco " myos = topo" + "ùs o othos = orecchio; forse per la forma lanceolata (foglia con forma allungata, simile ad una lancia) e pelosa delle foglie, simili all'orecchio di un topo. Il non ti scordar di me presenta foglioline oblunghe e fiorellini dal bel colore blu intenso, riuniti in grappoli, che sbocciano dalla primavera fino all'estate. Si tratta di una pianta molto rustica, di forma compatta, che solitamente si sviluppa lentamente, ma tende ad occupare tutto lo spazio disponibile. Ideale per rallegrare bordure, se accompagnata da tulipani - meglio se dai colori contrastanti quali il giallo, ma va bene anche il rosso - forma un tappeto dall'effetto cromatico di forte impatto.
Esposizione: sia in pieno sole che in ombra parziale
Coltivazione: pianta rustica che si adatta a tutti i tipi di terreno anche se preferisce quelli ricchi di sostanza organica e ben drenati. Facile da coltivare anche in vaso. Eliminando le spighe fiorite si favorisce la crescita di altri germogli e l'emissione di altri boccioli. Con questa semplice operazione la fioritura dei non ti scordar di me può rinnovarsi per vari mesi. In autunno, nelle regioni settentrionali, si consiglia di proteggere le piante con una copertura di foglie secche o di torba
Messa a dimora: in giardino la risemina avviene spontaneamente. Si può anche procedere alle divisione dei cespi a fine estate o all'inizio della primavera; in alternativa si possono prelevare delle talee (aprile o maggio) da fare radicare direttamente in terra
Irrigazione: è necessario garantire una costante umidità, ma sono da evitare i ristagni idrici.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.