Il genere Helichrysum appartiene alla famiglia delle Asteraceae e comprende numerose specie, annuali, perenni e piccole arbustive, originarie dell'area mediterranea. Si tratta di piante dal portamento cespitoso (piante caratterizzate da numerosi steli, foglie o fiori che derivano da un'unica radice o comunque strettamente uniti), eretto, ma che con l'età tende a divenire sempre più allargato e arrotondato. Le foglie sono argentate o verde grigiastre, lievemente tomentose e profumate. Il suo nome deriva dal greco greco "helios"= sole e "Chrysos"= oro, per il colore dei fiori.
La specie Helichrysum italicum è spontanea in tutta Italia, in particolare nelle regioni meridionali dove forma piccole macchie riconoscibili per l'intenso profumo ed il brillante colore giallo. Cresce negli incolti e negli ambienti aridi - fino a 1000 m di altitudine - nelle pietraie, nelle scarpate, nei terreni calcarei e poveri. Può raggiungere un'altezza di circa 50 cm. I fusti sono eretti e le foglie sono di colore verde tendente all'argento. I fiori sono riuniti in piccole infiorescenze di color giallo, che mantengono il colore anche in seguito all' essiccamento. La fioritura si protrae da maggio fino all'autunno. Questa specie è adatta alla coltivazione in piena terra, nella formazione di bordure, aiuole e soprattutto giardini rocciosi. Se coltivata in vaso le sue dimensioni saranno più contenute.
Altra specie coltivata è l'Helicrysum bracteatum. Il fusto è eretto, rigido, molto ramificato e raggiunge 1,5 m di altezza. Le foglie sono lanceolate e acuminate. I capolini sono solitari e portano fiori di colore giallo. In commercio si trovano varietà dalle tonalità diverse: rosa, rosso, aranciato, violetto e bianco. I suoi fiori, dopo l'essiccamento mantengono inalterata la loro bellezza e colore, e per questo vengono utilizzati per la creazione di pout-pourry. Da alcuni anni è possibile trovare anche delle varietà di taglia ridotta e particolarmente adatte alla coltivazione in vaso: Helichrysum bracteatum "Bikini Mix", caratterizzata da altezza ridotta di soli 25-30 cm, e impiegata in aiuole, bordure miste, e in vaso. Periodo di fioritura da giugno fino all'autunno inoltrato; Helichrysum bracteatum "Dwarf Mix", contraddistinta da capolini doppi e molto ornamentali. Altezza di 35-40 cm. Particolarmente indicata per la produzione di fiori recisi e composizioni floreali secche. Utilizzata anche per la coltivazione in vaso e in bordi misti.
Tra le specie più adatte ad abbellire un giardino roccioso citiamo: Helichrysum selago, H. bellidioides , H. sibthorpii; H. milfordiae, H. orientale. Nelle aiuole per la formazione di bordure: H. panormitanum, H. italicum, H. hyblaeum, ed H. stoechas. Alcune specie sono adatte in vasi da appendere: H. petiolare e H. italicum subsp. Microphyllum.
Esposizione: si tratta di piante rustiche che amano posizioni soleggiate e riparate. Le specie perenni sopportano brevi gelate, ma nelle zone a clima più rigido bisogna proteggerle con una pacciamatura
Coltivazione: facili da coltivare, si adattano bene in terreni aridi, sassosi, calcarei, e ben drenati. Sono da evitare i terreni troppo compatti e soggetti a ristagni idrici. Sopportano molto bene le alte temperature, ma le gelate prolungate possono causare la morte delle piante. La bellezza di queste piante risiede nel loro portamento, nell'eleganza del fogliame e nelle copiose e durature fioriture (da aprile-maggio fino ai primi geli invernali). Si trovano a loro agio in spazi modesti o grandi, in giardini mediterranei, ma anche come elementi decorativi in giardini moderni. Eliminare regolarmente le sfiorite, secche o malate
Messa a dimora: la moltiplicazione avviene per seme (in semenzaio e alla fine dell'estate) e per via vegetativa (talee). Le talee vanno fatte radicare, a fine estate, in un substrato con pH neutro o leggermente alcalino costituito da sabbia, torba e terriccio. Dalla primavera le piantine sono pronte ad essere trapiantate in pieno terra o in vaso
Irrigazione: irrigare regolarmente solo nelle prime fasi del ciclo colturale - semina, trapianto e prima fasi di sviluppo. Intervenire con irrigazioni di soccorso in seguito a lunghi periodi siccitosi.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.