La pera è il frutto di Pyrus communis, pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Pyrus communis è il pero occidentale; esiste inoltre il pero orientale, Pyrus pyrifolia più diffuso e coltivato nelle regioni asiatiche quale la Cina.
Pyrus communis è un albero molto vigoroso, di notevoli dimensioni; può raggiungere altezze di oltre 15m.
Le sue foglie sono decidue, ovali di colore verde scuro.
I fiori, composti da 5 petali bianchi e riuniti in corimbi, si aprono in primavera (marzo) e, in seguito all’impollinazione ad opera degli insetti pronubi, danno origine ai frutti.
La pera, come la mela, è in realtà un falso frutto (pomo), derivante dall’accrescimento del ricettacolo, non dell’ovario.
La sua forma, tipicamente allungata con la base più larga, varia leggermente in base alla varietà: ci sono pere più o meno grosse, più o meno allungate o tonde.
Anche il colore della buccia varia in base alla varietà (gialla, rossa, verde), così come la consistenza della polpa e il periodo di maturazione che va da giugno (varietà più precoci) a ottobre (varietà più tardive).
Tra le varietà più conosciute ricordiamo: Abate fetel, Butirra Hardy, Conference, Coscia, Decana del comizio, Kaiser, Passacrassana, William.
Clima: Temperato. E’ una pianta rustica, resistente alle basse temperature.
Esposizione: Soleggiata.
Terreno: Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, meglio se fertile e ben drenato.
Propagazione: Per seme o per innesto su cotogno.
COME SI CONSUMA QUESTO FRUTTO?
Le pere vengono consumate prevalentemente come frutta fresca, ma anche trasformate in dolci, confetture, succhi.
Il pero viene coltivato prevalentemente per la produzione di frutta, ma anche il suo legno, particolarmente
duro, viene utilizzato e apprezzato nell’industria manufatturiera per la produzione di mobili.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.